Alla ricerca della democrazia perduta.
"La democrazia ha bisogno della dissoluzione del potere privato. Finché esiste il potere privato nel
sistema economico, è una barzelletta parlare di democrazia. Non si può nemmeno parlare di
democrazia, se non c'è un controllo democratico dell'industria, del commercio, delle banche, di
tutto..... "Noam Chomsky
Partirei da una semplice considerazione banale. Dove c'è rappresentanza non può esserci democrazia, ove per democrazia si intente partecipazione diretta del popolo nella
gestione della società. È innegabile, oggi, che la democrazia rappresentativa vive un processo di
crisi di legittimità, manifestato con l'astensione e il malcontento. Positano ha bisogno, come ogni altra
società piccola o grande che sia, di dare la possibilità ai cittadini di poter scegliere direttamente sugli aspetti più importanti della
gestione del paese, e non la semplice prassi folkloristica della croce sulla scheda elettorale, delegando poche persone, spinte da altri interessi, propri o terzi. Parlo di democrazia partecipativa, un passo avanti verso una migliore organizzazione sociale. Non semplice utopia, bensì un modello di democrazia dove vengono coinvolte in modo diretto le persone su tematiche importanti come il bilancio pubblico.
Ciò passerebbe attraverso l'organizzazione di consigli di quartieri, associazioni facendo pervenire alle classe dirigente - che non sarebbe più tale, ma solo meri esecutori della volontà popolare - le priorità e le scelte della popolazione. Esperienze sono già in atto in molti paesi in tutto il mondo. Perché a Positano non se ne discute? Cosa comporterebbe una tale organizzazione
partecipativa? La prima conseguenza sarebbe quella di limare l'influenza del potere economico su
quello politico, pur se non eliminandolo completamente. A Positano questo è un tema difficile da trattare per coloro che aspirano
a governare il paese, il motivo sembra evidente. Questo la dice lunga sulla possibilità da parte dei
candidati di rispecchiare gli interessi generali, ciò di cui ha bisogno la gente è altro. E' prendere
coscienza della possibilità di un altro modello di sviluppo, dare loro la possibilità di scelta. In questo
caso i malcontenti andrebbero diminuendo lentamente. Tutto ciò andrebbe detto chiaramente a tutti, dicendo che c'è la possibilità di partecipare direttamente. Negli anni ciò è stato sottaciuto lasciando credere che solo pochi eletti fossero in grado di prendere decisioni importanti, pochi illuminati. Per contro nella gente è nata la sfiducia ( tutti ormai parlano della scelta del "meno peggio"), l'apatia e la rassegnazione. Cosa sentiremo durante i comizi elettorali? Le solite promesse, spot elettorali della migliore strategia comunicativa, attacchi alle precedenti amministrazioni.
Cosa sentiremo dopo le elezioni? Nulla, al massimo i problemi da risolvere lasciati dalla precedente amministrazione. So che ciò che scrivo è banale quanto retorico, ma forse ripeterlo può servire a
qualcosa. Ora è il momento di invertire questo processo, è una prova di grande maturità. Sappiamo bene che chi aspira al potere non
ha nessuna intenzione di lasciar decidere gli altri, sarebbe una contraddizione in termini. E' per tutto ciò che spero queste tematiche possano essere trattate seriamente coinvolgendo il maggior numero dipersone possibili. L'importante ora è far capire che tutti possono avere voce in capitolo e non subire semplicemente le decisioni di pochi su molti. Non lasciar assolutamente credere che l'unico modo per cambiare le cose sia quello di candidarsi, un grosso errore questo, sappiamo
tutti cosa succede una volta seduti sul "ponte di comando", ma far capire che ogni giorno è un
giorno importante per cercare di fare meglio.
Vincenzo D' Urso
vi.durso@tiscali.it
