DARIO D'ISA IL CONSIGLIERE ARRESTATO E POI SCARCERATO
“Sono più forte di prima e fiducioso nella magistratura”. Con queste parole Dario D’Isa, giovane consigliere comunale di Piano di Sorrento, descrive il proprio stato d’animo dopo che il Gip Micheli ha revocato gli arresti domiciliari cui era costretto.
D’Isa era stato arrestato insieme ad altre sei persone nell’ambito dell’operazione congiunta di Carabinieri, Guardia di Finanza e nucleo speciale di CC del Ministero del Lavoro partita in alcuni locali di Campania, Umbria e Toscana. L’ipotesi di reato: associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione.
Dario D’Isa è stato coinvolto nelle indagini in quanto amministratore della Dial s.r.l, società immobiliare che detiene quote societarie del “Bora Bora”, sexy disco della zona industriale di Bastia Umbria. All’interno del locale gli uomini della Digos hanno filmato ballerine di lap dance concedersi in esibizioni all’interno dei privee, caratterizzate non solo da sensuali balli ritmati ma anche da palpeggiamenti da parte dai clienti che pagavano 50 euro per una “lap dance del sesso” della durata di dieci minuti.
D’Isa, unico degli indagati ad aver usufruito degli arresti domiciliari, nell’interrogatorio del Gip Micheli ha sostenuto di essere totalmente estraneo alla gestione del locale, ottenendo l’immediata revoca della disposizione cautelare. In questo giorni sono stati numerosi le dichiarazioni di solidarietà e di fiducia da parte di esponenti politici locali. Parla per tutti il sindaco Luigi Iaccarino, che appena qualche mese fa ha designato D’Isa quale delegato nel consiglio dell’ente che gestisce il Parco marino di Punta Campanella. «Sono certo che riuscirà a dimostrare quanto prima la sua estraneità ai fatti - dice il primo cittadino - ho fiducia nella magistratura e mi auguro che concluderà nel più breve tempo possibile le indagini. Nei pochi mesi di consiliatura ho avuto in Dario un collaboratore attivo e leale che ha mostrato di meritare in pieno la fiducia»
Qual è la sua posizione giudiziaria?
Nelle funzioni di avvocato immobiliarista, ero amministratore di una società, la Dial s.r.l, che aveva una partecipazione di quote nella società che gestiva la discoteca “Bora Bora”. Quando sono stato interrogato dal Gip Micheli ho chiarito la mia totale estraneità ai fatti e immediatamente è stata revocata la disposizione cautelare nei miei confronti.
Quindi lei ora è indagato a piede libero?
Esattamente. Una volta chiarito che non sono stato mai coinvolto nel giro di prostituzione mi sono stati immediatamente revocati gli arresti domiciliari e ora attendo che l’indagine nei miei confronti venga archiviata nel più breve tempo possibile.
Ricopriva qualche ruolo all’interno dell’amministrazione del “Bora Bora”
Assolutamente no. Ero totalmente estraneo alla gestione del locale. Il mio compito era quella di amministratore della Dial s.r.l, una società immobiliare che possiede delle quote della società che gestisce il Bora Bora.
Suo padre è un magistrato e la sua famiglia è molto nota. Come hanno vissuto loro questa vicenda?
Mai è venuto meno il loro appoggio e la loro fiducia. Sono molto contento della stima che ho ricevuto dai consiglieri di maggioranza e di minoranza. In quanto consigliere e in quanto uomo tali attestati di stima mi hanno molto gratificato. Sono un avvocato per bene, e tengo a chiarire la mia posizione per non vedere ingiustamente lesa l’onorabilità mia e della mia famiglia.
Qual è il suo stato d’animo?
Sono uscito più forte di prima e nutro una grande fiducia nella magistratura. Quanto prima sono certo che l’indagine verrà archiviata.
IL PRECEDENTE
Il Bora Bora sexy disco era assurto alle cronache nazionali lo scorso 13 Febbraio, quando un giovane albanese ubriaco, allontanato dalla discoteca, aveva rubato una pala meccanica e si era diretto verso l’entrata principale della discoteca, a bordo del mezzo pesante. Nel tragitto a bordo della ruspa aveva danneggiato nove autovetture, alcune delle quali rese inutilizzabili, aveva divelto alcune tubature del gas metano e dell’acqua, provocando al contempo un grave allagamento ed un serio pericolo di incendio. Il giovane aveva poi cercato di investire le forze dell’ordine giunte sul posto, ed è stato fermato solo grazie all’intervento di alcuni poliziotti che salendo sulla ruspa, hanno evitato che i cingoli della ruspa calpestassero un loro collega caduto per terra.
Due i poliziotti rimasti feriti, con prognosi di quindici e sette giorni. Il giovane è stato arrestato e condannato ad un anno è otto mesi di prigione. Questo episodio ha contribuito allo sviluppo delle indagini.
Andrea Rotoli
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