Lo stile comunicativo di Salvatore Russo/1
".la borghesia riesce a fare qualcosa di socialmente positivo solo quando
accoglie in sé i valori dell'anarchismo" (Gori)
Un'amministrazione umile, operosa e attenta alle necessità ed ai consigli
dei cittadini, questa sembra essere la formula proposta dal candidato
sindaco, titolare del ristorante "Chez Black", senza nessuna imposizione
interna, "non mi permetterò mai di dire io sono il sindaco e decido io", ed
esterna, "non vogliamo essere sudditi di nessuno, vogliamo un paese libero
in cui saremo noi a prendere le decisioni". Poi un'ironica provocazione,
"con la nostra amministrazione correrete un solo grosso pericolo, fare più
soldi". Questo è lo stile comunicativo di Salvatore Russo detto Black, che
si ripeterà più volte durante la serata, sfiorando talvolta un populismo
tutto novecentesco, ma anche ciò che la gente vuol sentire da un leader,
rimanendo colpita e affascinata. "La proprietà privata è sacra, è un
diritto", "la proprietà privata non si tocca", sono le frasi che echeggiano
nella sala del ristorante "Valle dei Mulini", dove si è tenuto l'incontro,
quando viene affrontato il tema degli espropri e il P.R.G., e ancora, "i
cittadini hanno lavorato una vita intera e i sacrifici fatti distrutti da
una legge diabolica". "Profughi", "Visitors" e "non sono Italiani" sono
definiti i turisti della gita fuori porta che arrivano d'estate ogni giorno
via mare, "un traffico illecito di turisti" che arrivano da "circoli non ben
definiti". La soluzione a questi problemi sarà affrontata con il
potenziamento della sicurezza attingendo ai fondi esistenti, attraverso una
"difesa preventiva per evitare l'ingresso nella nostra comunità di gente
senza scrupoli", problemi da fronteggiare subito, in caso contrario saremo
costretti "a vendere il nostro paese esponendoci ad infiltrazioni". Il clima
sembra essere surreale, più volte viene espressa la volontà di un distacco
dal potere politico che "ci lega mani e piedi", "non permetteremo ai
politici di praticare un turismo politico, saremo noi a decidere una
politica turistica", e ancora, "i politici saranno solo ospiti graditi e
attenti alle nostre richieste ed esigenze", "Positano non ha bisogno di
politici", "il sistema burocratico non funziona". Salvatore Russo, una
figura di difficile interpretazione, non un politico in senso stretto, il
suo stile comunicativo richiama alla mente figure del passato, con
sfaccettature feudatarie, monarchiche, nazionaliste e teologiche, o forse un
semplice cittadino liberista e libertario, un sovversivo anarco-capitalista,
un Black-Block(!), o un protezionista "comunitarista". Indefinibile
certamente ma di sicuro un uomo con dei buoni propositi. Positano specchio
del mondo quindi, che nei sogni di molti Positanesi dovrebbe divenire un
principato, una repubblica o uno stato indipendente...o, perché no, una
comunità autogestita. Questo potrebbe essere il primo passo verso l'indipendenza.
God Save the Black!
Vincenzo D'Urso
vi.durso@gmail.com
Comizi elettorali. Attenzione alle fallacie nei discorsi.
Manuale del povero elettore
Iniziano in questi giorni i comizi elettorali delle liste che si
rimetteranno il prossimo 3 e 4 aprile al voto degli elettori. La vera
battaglia si giocherà su quella fetta dell'elettorato ancora incerta sul chi
votare. Un mese di tempo a disposizione durante il quale i candidati
cercheranno di argomentare i loro buoni propositi, faranno promesse,
presenteranno i programmi elettorali, useranno gli argomenti più disparati
per convincere gli indecisi o addirittura far cambiare idea a qualcuno. In
questo caos di comunicazione è bene prestare attenzione agli errori di
logica che commetteranno(?) i candidati durante i loro comizi. L'
"argumentum ad hominem" è il più classico delle fallacie che commettono i
politici, esso riguarda le argomentazioni dirette contro le persone,
piuttosto su che ciò una persona dice, allo scopo di dimostrare che quanto
detto è falso o ingiusto. In passato si sono verificati molteplici casi in
questo senso. Il tentativo di screditare una persona su aspetti riguardanti
la sfera privata o difetti di carattere è un grosso sbaglio. Si dovrebbe
piuttosto riuscire a provare con i fatti gli errori degli "avversari"
politici. L'aspetto comunicativo è molto importante, ma riserva molte
insidie e mal cela molte altre fallacie logiche. La fallacia dell'argomento
d'autorità, cioè dare per certo che un argomentazione è valida solo perché
pronunciata da un'autorità, prestare attenzione alle frasi che iniziano con
"tutti.." oppure "non sono", ai termini ambigui come "partecipazione" e agli
anfiboli, cioè quando ad essere ambiguo è un intero argomento nel suo
complesso. Attenzione alle fallacie di enfasi pronunciate durante i discorsi
e alle argomentazioni che si appellano ai sentimenti (argumentum ad
misericordiam), agli argumentum ad ignorantiam, quando si sostiene che un'asserzione
è necessariamente vera perché non vi sono prove contrarie, o comunque non
vengono proposti elementi a favore dell'idea espressa. La fallacia della
petizione del principio consiste nel presumere ciò che si sta provando, cioè
quando nella premessa è contenuta anche la conclusione, questo errore
talvolta è difficile da individuare perché le premesse e le conclusioni sono
largamente separate da altri passaggi, oppure quando le conclusioni non sono
pertinenti con ciò che si stava cercando di provare (ignoratio elenchi), o
addirittura arrivare a false conclusioni (salto logico). Questi esempi sono
solo una panoramica sui possibili errori che potrebbero commettere i
candidati nel periodo pre-elettorale e non.
Vincenzo D'Urso
vi.durso@gmail.com