Comizi elettorali. Attenzione alle fallacie nei discorsi.
Manuale del povero elettore
Iniziano in questi giorni i comizi elettorali delle liste che si
rimetteranno il prossimo 3 e 4 aprile al voto degli elettori. La vera
battaglia si giocherà su quella fetta dell'elettorato ancora incerta sul chi
votare. Un mese di tempo a disposizione durante il quale i candidati
cercheranno di argomentare i loro buoni propositi, faranno promesse,
presenteranno i programmi elettorali, useranno gli argomenti più disparati
per convincere gli indecisi o addirittura far cambiare idea a qualcuno. In
questo caos di comunicazione è bene prestare attenzione agli errori di
logica che commetteranno(?) i candidati durante i loro comizi. L'
"argumentum ad hominem" è il più classico delle fallacie che commettono i
politici, esso riguarda le argomentazioni dirette contro le persone,
piuttosto su che ciò una persona dice, allo scopo di dimostrare che quanto
detto è falso o ingiusto. In passato si sono verificati molteplici casi in
questo senso. Il tentativo di screditare una persona su aspetti riguardanti
la sfera privata o difetti di carattere è un grosso sbaglio. Si dovrebbe
piuttosto riuscire a provare con i fatti gli errori degli "avversari"
politici. L'aspetto comunicativo è molto importante, ma riserva molte
insidie e mal cela molte altre fallacie logiche. La fallacia dell'argomento
d'autorità, cioè dare per certo che un argomentazione è valida solo perché
pronunciata da un'autorità, prestare attenzione alle frasi che iniziano con
"tutti.." oppure "non sono", ai termini ambigui come "partecipazione" e agli
anfiboli, cioè quando ad essere ambiguo è un intero argomento nel suo
complesso. Attenzione alle fallacie di enfasi pronunciate durante i discorsi
e alle argomentazioni che si appellano ai sentimenti (argumentum ad
misericordiam), agli argumentum ad ignorantiam, quando si sostiene che un'asserzione
è necessariamente vera perché non vi sono prove contrarie, o comunque non
vengono proposti elementi a favore dell'idea espressa. La fallacia della
petizione del principio consiste nel presumere ciò che si sta provando, cioè
quando nella premessa è contenuta anche la conclusione, questo errore
talvolta è difficile da individuare perché le premesse e le conclusioni sono
largamente separate da altri passaggi, oppure quando le conclusioni non sono
pertinenti con ciò che si stava cercando di provare (ignoratio elenchi), o
addirittura arrivare a false conclusioni (salto logico). Questi esempi sono
solo una panoramica sui possibili errori che potrebbero commettere i
candidati nel periodo pre-elettorale e non.
Vincenzo D'Urso
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