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 LE OPINIONI DI SPERANZA
Woityla a Positano negli anni cinquanta.
Woityla a Positano negli anni cinquanta.

Positano. Fra reali e capi di Stato Positano avrebbe avuto ospite anche il Papa, Karol Woytila, quando era appena seminarista, negli anni Cinquanta, quando è stato ospite a Positano presso la Villa Stella Romana. Un passaggio neppure troppo fugace e di cui si fa accenno nell’opuscolo di Massimo Bignardi realizzato in occasione dell’edizione «Positano Porte Aperte» del giugno 1999. Nel testo che accompagnava l’itinerario «le chiese, le case e le figure del racconto», si narra proprio di questo soggiorno del Pontefice, giovane sacerdote e non ancora Santo in terra. Karol Wojtyla, che da poco aveva preso i voti, si trattenne a Positano per circa un mese ospite della baronessa Emilia Szenwic. Una tappa che è divenuta col passare degli anni una leggenda di famiglia anche se quella villa, indicata come luogo che accolse colui che sarebbe divenuto Papa, ha ormai cambiato proprietario. A ricordare quel periodo storico pare sia stato anche il custode dell’ex residenza degli Szenwic, scomparso però anche lui qualche anno fa, dopo la sua scomparsa siamo stati sulle sue tracce approfondendo la vicenda e confrontando i ricordi con la sua biografia sembra che forse sia stato veramente a Positano e forse anche due volte. Il giorno 1 novembre 1946 Karol Wojtyla è ordinato sacerdote dall’arcivescovo Adam Saphiea; dopo pochi giorni, il 15 novembre, parte per proseguire gli studi a Roma, dove alloggia presso i Pallottini, in Via Pettinari. Poi al collegio belga con don Starowjesky. Nel 1947, il 3 luglio supera l’esame di licenza in teologia, il 1948, il 19 giugno, discute la sua tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce. Ed è in una di queste estati che il Papa, allora un giovane prete verso i trenta anni, era nato il 20 maggio del 1920, sarebbe stato a Positano. C’è incertezza sulla data, alcuni la spostano al 1952, il periodo che dedicò agli studi per ottenere la sua docenza universitaria, già dal 1953 è improbabile perché è l’anno della sua abilitazione alla docenza, dopodichè i suoi impegni istituzionali cominciarono a crescere a dismisura. E’ possibile che vi siano state addirittura due visite del giovane Karol. Cosa non improbabile visto che in quella casa venivano ospitati tutti gli uomini di riguardo di origine polacca ed il figlio del proprietario era membro della Sacra Rota. Rientra da Roma in Polonia dove come viceparroco viene destinato alla parrocchia di Niegowiæ presso Gdów, ma, durante le sue vacanze, già girava per l’Europa ed esercitava il ministero pastorale tra gli emigranti polacchi. Di Woityla vi sono alcuni ricordi, che era curioso, che amava camminare e fare fotografie. Tutti ricordano che era in estate e che era un giovane seminarista. Ma in particolare si ricordano le fotografie. “C’era un giovane parroco che somigliava in maniera impressionante a Woityla e voleva fotografare la mia famiglia – ricorda Domenico Collina -, ma visto che noi lavoravamo quasi tutti, era estate e io avevo cominciato anche io al Sirenuse, non riusciva a trovarci tutti. Poi fece la foto e ce la mandò per posta. Amava andare in giro a fotografare, lo fece anche con le suore che facevano il tombolo. Di questo episodio avevamo un ricordo vago, ma la figlia della proprietaria ci confermò che era lui. Di lui ricordo la fisionomia e la sensazione che era una persona buona.” Una foto che è conservata gelosamente dai familiari Collina, ma non è l’unica testimonianza della presenza di Wojtla a Positano, anche se di conferme ufficiali non se ne sono ancora avute. Anche se pare che una sua foto, in gruppo con gli altri preti, forse in possesso della signora Adele D’Urso alla Chiesa Nuova, sia ancora in giro. Diceva messa nella cappellina delle suore, ma anche nella casa polacca, poi avrebbe mangiato al ristorante Belvedere, che ora non esiste più. Ricordi che si intrecciano con la fantasia e la realtà. Ma in effetti Positano all’epoca ospitava tutti, o quasi, i preti polacchi che venivano a studiare a Roma.
“Venivano tantissimi preti polacchi e non possiamo dire che ci fosse anche Woityla però è possibile visto che i proprietari della casa, che avevano acquistato la villa dai Passalacqua, erano in ottimi rapporti con le gerarchie ecclesiastiche e ospitavano i loro connazionali – ricorda il parroco don Raffaele Talamo -, il problema è che della famiglia si sono quasi perse le tracce, anche se qualcuno torna ogni tanto da queste parti, alcuni sono arrivati addirittura in Libano ed hanno anche cambiato religione. Non vi è stata mai l’opportunità di chiederlo al diretto interessato, il quale, fra l’altro, ha girato tutto il mondo e migliaia di località. Quello che mi emozionò fu la nostra visita da Lui e il fatto che abbia baciato la nostra Madonna di Positano.”

Michele Cinque

 

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