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PATTI TERRITORIALI COSTA D'AMALFI

02/05/2005 - Cava dei Tirreni. C’è anche un retroscena legato a recenti finanziamenti con i patti territoriali per la Grafica Emilio di Mauro. Finanziata per creare posti di lavoro, dieci miliardi e 724 milioni delle vecchie lire, dal Patto Territoriale, i cui successi, sono formalmente esposti al Comune di Cava dove si celebrano i posti di lavoro ottenuti dal Patto Territoriale Cava- Costa d’Amalfi. A poca distanza però uno dei principali beneficiari dei Patti, a differenza di quanto si declama, non pare avere acquisito nuovi posti di lavoro.

La Grafica Emilio di Mauro, di di via XXV Luglio, la madre delle industrie del gruppo, fondato alla fine dell'ottocento ha 120 operai che rischiano di andare in mezzo alla strada e stanno presidiando la fabbrica che rimarrà occupata fino a quando non avranno risposte concrete.

“Ancora una volta in questa elargizione di denaro pubblico si assiste al rovescio dei valori – dice Salvatore della Pace, consigliere della Comunità Montana -, al posto della creazione di posti di lavoro che vengono impropriamente pubblicizzate, si assiste invece addirittura a licenziamenti in tronco.”

Il Patto Territoriale Costa d’Amalfi, presieduto da Raffaele Ferrarioli, anche presidente della Comunità Montana Penisola Amalfitana, che ha fatto da referente allo strumento finanziario, ha subito non poche polemiche nel corso degli ultimi mesi, polemiche arrivate anche all’attenzione della magistratura sia penale che civile, ma i finanziamenti sono andati avanti.

É iniziata negli anni '90, il lento, ma inesorabile declino. Dagli oltre 450 dipendenti, con un indotto da capogiro, commesse da tutta Italia e dall'estero, alla mobilità, cassa integrazione, fino ad arrivare ai 120 di oggi. E non sono bastati i miliardi arrivati per il patto territoriale, che è in bella mostra proprio a Cava in questi giorni, a salvare l’azienda. Il Patto, finanziato con decreto del ministero del tesoro del primo marzo 2001, dopo una lunga istruttoria, che ha visto vari sindaci della Costiera fare polemiche per la scarsa trasparenza, in primis Stefano della Pietra di Maiori, ma, all’epoca, anche Salvatore Gagliano, ora consigliere regionale, finanzio anche la Grafica Emilio Mauro, il finanziamento agevolato corrispondeva a quindici miliardi e ottocentoottantadue milioni con un onere per lo stato a fondo perduto di diecimiliardi e 724 milioni e settecento mila lire per ottenere 15 nuovi occupati. Nel complesso i patti dovevano creare mille nuovi posti di lavoro per cento miliardi, alla fine i dati ufficiali contrastano con la realtà. I finanziamenti sono arrivati, documentalmente, a pioggia e mentre si dichiara che si sono creati mille posti di lavoro per cento miliardi di investimenti, come prevedeva lo strumento finananziario, per cui la legge ne giustificava l’erogazione di soldi alle ditte, la verità è diversa. Chissà chi andrà a dire agli operai in sciopero che ufficialmente la loro ditta ha aumentato i posti di lavoro.

Michele Cinque

 

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