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COMUNITA’ MONTANA: SEDUTA D’ACCUSA AL PRESIDENTE FERRAIOLI
COMUNITA’ MONTANA: SEDUTA D’ACCUSA AL PRESIDENTE FERRAIOLI

COMUNITA’ MONTANA: SEDUTA D’ACCUSA AL PRESIDENTE FERRAIOLI
Clima teso, nonostante un ordine del giorno che prevedeva l’approvazione del bilancio preventivo e triennale dell’Ente. Della Pace accusa Ferraioli di “sperpero di danaro pubblico e illeciti amministrativi”


Un consiglio generale della Comunità Montana “Penisola amalfitana” infuocato e a tratti surriscaldato da un clima teso, percettibile a tutti. Si è svolto a Tramonti nella serata di giovedì: tema della seduta le nuove nomine all’interno del consesso sovraccomunale relativo ai comuni di Maiori, Minori, Tramonti (nonostante il sindaco ancora non abbia permesso l’elezione del rappresentante della minoranza) Positano e Vietri sul Mare; la costituzione dei relativi gruppi politici e la votazione del bilancio preventivo nonché quello triennale dell’Ente. Un primo dato è emerso per il suo significato politico: il centro destra era completamente assente dall’Ente. Transfughi a sinistra una buona parte dei rappresentanti della Casa delle Libertà che fino a pochi mesi fa militavano nel centro destra - tranne Stefano Della Pietra, sindaco di Maiori e segretario provinciale dell’Udc che ha aderito al gruppo misto- sono rimasti in attesa di aderire a gruppi costituiti, altri sono confluiti nell’Udeur o nello Sdi. Sta di fatto che nessun gruppo di centro destra si è ancora formato. Quindi una Comunità Montana ad appannaggio esclusivo del centro sinistra, dove la Margherita e il Ds la fanno da padrone, in cerca in questi giorni di una soluzione per un equilibro tra assessorati e presidenza. Anche se sembra – stando ad indiscrezioni - che un accordo preveda già una riconferma del presidente Raffaele Ferraioli (Margherita) e Franco Massimo Lanocita, avvocato amministrativista eletto all’opposizione presso il comune di Minori, in quota Ds come vice presidente. Ma i giochi sono ancora da fare, grazie anche alla presenza di un minimo numero di consiglieri all’opposizione, con il gruppo “Rinnovamento” (nome significativo): Salvatore Di Martino, già sindaco di Ravello, Giocondo Cavaliere, capogruppo di opposizione a Furore, Stefano Della Pietra sindaco di Maiori, Luigi Arpino, consigliere di maggioranza a Maiori e Salvatore Della Pace, già sindaco di Maiori, ora capogruppo della maggioranza e del nascente gruppo “Rinnovamento”. Della Pace è da anni un fervente oppositore del presidente Raffaele Ferraioli, che pur militando a sinistra, per la sua posizione non condivisa dai Ds (“questione morale e denuncia dello sperpero di pubblico danaro”) si è visto costretto ad autosospendersi dal partito.
E così Raffaele Ferraioli rimane l’unico consigliere che ha il primato più longevo per la guida dell’Ente : venti anni di ininterrotta egemonia, nonostante le diverse vicende che lo hanno visto protagonista in negativo (lo scandalo dell’albergo abusivo Furore Inn; soldi pubblici elargiti ad aziende di famiglia; un uso non certo esemplare del pubblico danaro).”Siamo in presenza di un comitato d’affari – denuncia pubblicamente Salvatore Della Pace – il presidente Ferraioli in questi anni ha speculato sul suo ruolo, elargendo alla sua famiglia fondi pubblici provenienti dal Patto Territoriale, e svendendo pezzi interi di Furore, del suo paese. La coscienza ci impone di denunciare politicamente ciò che è sotto gli occhi di tutti – rincalza Della Pace, dinanzi ad un’assise imbarazzata e nervosa, poco abituata ad un vero confronto dialettico tra maggioranza e opposizione e dove il consociativismo è da anni un modus operanti – e il nostro dovere è dire la verità in questa sede. Il rinnovamento morale dovrà essere il presupposto principale per poter andare avanti”. Ma la risposta del presidente Ferraioli è stata alquanto flebile e poco convincente: “Si vede che il consigliere Della Pace non sa come funziona un Patto Territoriale, e a Furore ho creato la prima società mista pubblico privata, all’avanguardia in Italia”. La difesa degli alleati del Ds non è certo mancata: “sono un garantista per natura – ha sentenziato Franco Massimo Lanocita, in evidente imbarazzo - la Procura farà il suo corso, non siamo noi deputati a fare i giudici in questa sede, e all’ordine del giorno non ci sono questi argomenti”. Durante la lunga seduta non sono mancati i momenti di tensione, fino ad arrivare alla lettura del bilancio di previsione dell’anno 2005 e di quello triennale, in cui ancora una volta Della Pace ha fatto emergere questi dati: appena lo 0,018 % del totale delle spese è diretto verso il settore dell’agricoltura e per la difesa della montagna (settore che invece dovrebbe essere principale per l’attività dell’Ente), ben il 64% è impiegato per i compensi ( amministratori e dipendenti) e il restante in acquisto immobili (è il caso di un plesso a Tramonti dove dovrebbe sorgere la “casa del gusto”), e in manifestazioni e sagre varie. Ma i documenti contabili son passati - 26 i voti favorevoli, 3 i contrari e 3 gli astenuti- nonostante da subito si è capito che la Comunità Montana non sarà più quell’”oasi indisturbata” dove un solo uomo (il presidente), gestiva un concentrato di potere che lo rendeva onnipotente e immune da regole e rispetto delle norme.


Michele Cinque

 

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