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ATRANI si riapre la chiesa

Atrani. Domenica si apre la chiesa dei Dogi dell’Antica Repubblica d’Amalfi chiusa da vent’anni per lavori. E’ la Chiesa di San Salvatore de Birecto ad Atrani, conosciuta anche come la Cappella Palatina dei Duchi amalfitani della Repubblica, risalente al 940, una splendida chiesa che si affaccia superbamente sulla piazzetta di Atrani, ma chiusa da più di vent’anni al pubblico e, quindi, anche alle possibili escursioni turistiche a causa di lavori di restauro.
Una chiesa che sarà riaperta domenica 15 maggio, e le altre due domeniche successive, per la manifestazione “Omaggio di Atrani – storia e arte nei vicoli del paese” organizzata dall’Associazione Pro loco Atrani e dal Comune con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio naturale, storico ed architettonico del piccolo borgo marinaro della Costiera amalfitana , la manifestazione condurrà i partecipanti attraverso le viuzze del paese alla scoperta delle testimonianze più significative del nobile passato.
“Questa idea è nata grazie alla pro-loco presieduta da Liliana Smeraldo – dice il giovane assessore Marco Gargano -, coinvolgendo la dottoressa Lino Sabino della sovrintendenza che sta seguendo i lavori , bar e ristoranti che offriranno degustazioni in piazza e gli studenti dell’istituto turistico di Amalfi che faranno da guida alle chiese. Si farà ogni domenica fino alla prossima regata che arriva quest’anno al cinquantenario ”
Ma la cosa più interessante sarà la visita ai lavori, che sta seguendo la dottoressa Lino Sabino, da quasi quattro anni, ma prima molti altri interventi e lavori ne hanno decretato la chiusura per cui la visita dei lavori, che hanno portato a notevoli scoperte, diventa un vero e proprio evento.
Del restauro della Chiesa del San Salvatore de Birecto di Atrani si parlava ormai da decenni. Il prof. Andrea Cerenza, del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, lanciò l’allarme in un volume pubblicato ne luglio del 1987, in occasione di un seminario di studi sul IX centenario delle Porte medievali in bronzo che erano poste all’ingresso della chiesa. Quindici anni trascorsero, qualche lavoro, fra l’altro contestato, fu fatto dal Comune, poi, seppur con ritardo, anche grazie alle proteste degli atranesi, i finanziamenti cominciarono ad affluire con la Soprintendenza.. Sono state demolite delle chiusure per rendere visibili e accessibili delle campate medievali, si sta intervenendo per salvaguardare un torrione che è al di sopra delle volte e per questo c’è un progetto dell’ingegner Ernesto Ricciardi. Ora bisogna rifare la pavimentazione. Le nuove scoperte fanno rivedere progettazione ed esigenze. Sono stati fatti degli importanti ritrovamenti, come 24 colonne con bifore medievali. Mentre la porta bronzea del 1087 è sistemata momentaneamente nella Colleggiata di Maria Maddalena E’ una chiesa che ha avuto un palinsesto impressionante di interventi a causa di vari cedimenti nel corso dei secoli anche a causa del fiume Dragone con le sue varie inondazioni del centro cittadino. I lavori li sta eseguendo la Ditta Forcellino di Roma, la stessa che ha curato il restauro del Mosè del Michelangelo, con la consulenza storico-artistica della dottoressa Lina Sabino e direttore dei lavori l’ex Soprintendente Francesco Prosperetti, . I lavori vengono fermati di tanto in tanto, per emergenze durante gli scavi, e di recente sono stati ripresi, ma la chiesa appare sempre desolatamente chiusa ed inutilizzata
La storia di questa chiesa affascina per i tanti misteri che l’avvolgono, forse sarebbe stata anche spostata in alto a causa delle alluvioni provocate dal fiume Dragone. Dai lavori, effettuati con saggi stratigrafici, si sarebbe accertata la sua origine medievale anche se lo storico Schiavo parla di “Chiesa completamente manipolata ed erroneamente ricostruita nel 1810…”. Anche lo scalone risale al secolo scorso. Ma i ritrovamenti effettuati dalla Soprintendenza potrebbero far propendere sulla tesi sostenuta dagli storici locali e dalla tradizione popolare, cioè che la chiesa sia proprio la Cappella Palatina dei Duchi di Amalfi e sede dell’Università, Ditta Forcellino di Roma, la stessa che ha curato il restauro del Mosè del Michelangelo, con la consulenza storico-artistica della dottoressa Lina Sabino e direttore dei lavori l’ex Soprintendente Francesco Prosperetti.

Michele Cinque

 

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