Censis: cresce il patrimonio netto e la propensione all'indebitamento delle famiglie
Il Censis, nell'ambito delle iniziative previste per il mese del sociale che intende esaminare la complessa relazione tra reddito e patrimonio, ha presentato questa mattina a Roma i risultati della ricerca "Come e quanto ci siamo patrimonializzati".
"Anche se in netto contrasto con i risultati allarmanti delle ultime statistiche che parlano di un'economia che non dà segni di vita, di un Paese in declino, il fenomeno della dilatazione della ricchezza delle famiglie, emerso dal lavoro di ricerca, trova riscontro nei dati di Banca d'Italia". Così ha esordito Francesco Estrafallaces, ricercatore del Censis, che ha presentato i risultati della ricerca.
Dalla metà degli anni '90 ad oggi - secondo le stime di Banca d'Italia - la ricchezza netta delle famiglie si stima sia cresciuta mediamente del 5% annuo, attestandosi a 7700 miliardi di euro. Al costante incremento della ricchezza hanno contribuito sia il progressivo aumento del valore dei cespiti patrimoniali, ovvero dei beni immobili, sia l'apprezzabile crescita del flusso del risparmio, causato dal raffreddamento dei consumi privati.
Le fonti da cui trae origine la crescente patrimonializzazione - ha proseguito Estrafallaces - sono ravvisabili in un attendismo che da tempo caratterizza i comportamenti di spesa di vasti strati delle famiglie, in un'accentuata spinta all'indebitamento (+ 26% mutui immobiliari) e in forme di evasione fiscale di diverso tipo. Il mercato immobiliare, come si denota dall'incremento dei mutui per l'acquisto di una casa, contribuisce in maniera rilevante all'irrobustimento del patrimonio netto delle famiglie.
Nel 2004 - ha concluso il ricercatore - si sono registrati circa 870 mila atti di compravendita, per un valore di 132 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2003, anno in cui si erano già rilevate eccellenti performances. Cresce anche il numero di compravendite di case per vacanza e di immobili diversi dalle abitazioni: l'80% delle famiglie dispone attualmente di un'abitazione di proprietà, circa il 13% dispone di una seconda casa di proprietà e il 4,5% di altre tipologie di fabbricati a dimostrazione del fatto che gli immobili costituiscono anche una fonte di rendita integrativa dei redditi da lavoro.
Michele De Lucia
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