POSITANO COME META RINUNCERA AL PORTO?
04/06/2005 - Meta, Piano, S.Agnello, Vico, Puolo non c’è solo il problema del porto di Positano nei dintorni e qualcuno ha deciso di farne a meno
POSITANO COME META RINUNCERA AL PORTO?
Meta. Una scelta coerente e coraggiosa. Così il vicensidaco Antonella Viggiano spiega la rinuncia ai finanziamenti per il porto di Meta, un porto contestato da tutte le associazioni ambientalistiche, ma anche dai cittadini e dagli esperti, memori delle esperienze passate quando la costruzione di un porto ha portato alla modifica del litorale metese. Errori del passato che si rischiavano di ripetere anche questa volta, che è stato argomento di campagna elettorale e del programma di Antonelli. Oggetto di duri scontri prima e durante la stessa campagna elettorale.
Anche il Comune di Positano potrebbe seguire questo esempio. “Abbiamo incontrato i responsabili della Regione Campania e se non verranno incontro alle nostre esigenze saremo disposti anche a rinunciare al progetto – ha detto il sindaco di Positano Domenico Marrone -, non è possibile pensare ad un progetto di potenziamento delle vie del mare quando il nostro paese non è in grado di sostenere l’enorme afflusso già esiste, per questo a settembre se non riceveremo le giuste garanzie potremmo anche decidere di rinunciare al finanziamento di un milione di euro.”
Il progetto della Regione Campania di potenziare i porti turistici della costiera sorrentina ed amalfitana, ma non solo problemi analoghi stanno sorgendo anche nel Cilento, è durato meno di due anni. Tanto è bastato per rimettere in discussione progetti finanziati e prossimi a essere realizzati. In un caso, poi, quello del recupero del porto di Meta, la giunta ha rifiutato con un atto ufficiale i 4,2 milioni già stanziati dalla Regione nell’ambito del progetto integrato sulla portualità turistica. Proprio questo strumento, finanziato con i fondi del Por 2000-2006, infatti, era stato all’origine della corsa ai finanziamenti partita nel 2003 con l’approvazione del piano di potenziamento degli approdi turistici da parte del comitato di sorveglianza della Regione. A Massa Lubrense a scatenare le polemiche è il progetto di ampliamento del porticciolo della Marina di Puolo, criticato da un comitato di cittadini e operatori economici del borgo marinaro, fra l’altro ricco di emergenze ambientali ed archeologiche. Con una petizione s’intende fermare la gara per il projetct financing con cui la Regione intende chiedere il contributo degli imprenditori per realizzare l’approdo, il cui costo è di 6,2 milioni. E dopo le proteste dei cittadini sono arrivate anche le perplessità delle amministrazioni comunali. Da Puolo a Meta l’avversione nei confronti dei porti turistici è identica. La giunta del sindaco Bruno Antonelli ha «restituito» i fondi alla Regione. «Il modello di sviluppo del litorale che intendiamo realizzare vuole privilegiare l’economia balneare rispetto alla portualità turistica», spiega il primo cittadino. E così sfuma il progetto di recuperare il porto insabbiato, i cui lavori sono cominciati all’inizio degli anni Settanta. “Stiamo studiando altre situazioni meno impattanti, noi siamo con la popolazione e coerenti con il nostro programma – ha spiegato il vicesindaco Antonella Viggiano -, intanto abbiamo messo sotto finanziamento tutti i costoni di Alimuri e prossimamente affronteremo la riqualificazione, compreso il percorso pedonale che porta dalla spiaggia di Meta all’Alimuri. In ogni caso la riqualificazione dell’area è un problema storico che non si è mai neanche provato ad affrontare.”
Tuttavia, in costiera almeno una parte dei progetti, nonostante le polemiche che non ne esenta nessuno, nell’ambito del Pit della portualità turistica saranno realizzati. A Vico, infatti, s’interverrà sull’approdo di Marina d’Equa per il quale sono stati concessi 7 milioni. Eppure proprio a Vico sono state fatte grosse battaglie da parte di un comitato di cittadini, a rischio uno dei più caratteristici borghi marinari della Penisola Sorrentina. A Sant’Agnello, invece, si procederà all’adeguamento dello sbocco a mare dell’alveo del vallone di San Giuseppe con la riqualificazione dello specchio d’acqua destinato all’ormeggio stagionale delle imbarcazioni da diporto. Spesa prevista: 1,2 milioni. A Piano di Sorrento, infine, il Comune ha chiesto di avviare il risanamento della Marina di Cassano e delle banchine destinate alle imbarcazioni da pesca. Il finanziamento concesso è di 5 milioni. «Quella del progetto integrato è un’opportunità che non vogliamo perdere anche perché qui è in gioco la sicurezza del borgo di Marina di Cassano», dice il sindaco Luigi Iaccarino. Da qui l’accordo col Comune di Sant’Agnello per risolvere la questione degli approdi che gravitano nell’area. Secondo il progetto, infatti, sul versante di Sant’Agnello sarà necessario potenziale il sistema di protezione per le zone attualmente destinate all’approdo delle imbarcazioni da diporto. Ma anche qui sono sorte problematiche con gli ambientalisti, sulla zona vi sono aree di notevole interesse ambientale e storico-archeologico. Tutto ciò lascia pensare che la Regione abbia affrontato la problematica della portualità con una certa superficialità e comunque senza coinvolgere in maniera adeguata enti ed associazioni e senza tener conto di aree ad alta valenza ambientale e turistica come la Costiera Amalfitana e la Penisola Sorrentina. Da una parte i porti possono essere fonti di economia e riqualificazione turistica, dall’altra possono contribuire a distruggere il territorio e modificare gli stessi arenili, fonte di economia e turismo, senza contare l’incognita sulle gestioni delle strutture, come avviene ad Amalfi col mega progetto da 23 milioni di euro affidato in project financing ai privti, che potrebbe far fuori i residenti e gli operatori locali che potrebbero rischiare di espropriati della gestione dei propri porti.
Michele Cinque
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