Dov’è avvenuto lo scontro?
Leggo solo ora (11 giugno ore 21.30) il trafiletto a firma di Michele Cinque secondo il quale tra la Parrocchia di Positano (in realtà, per essere precisi, di Montepertuso) e il Comitato per il Sì. Decisamente sono rimasto stupito per diversi particolari.
Innanzi tutto non mi sono accorto di nessuno scontro... Dov’è avvenuto? Ci sono stati feriti?... Essendo il parroco di quella parrocchia, lo scontro in qualche modo avrebbe dovuto coinvolgermi. Invece ne apprendo la notizia “a tumulazione avvenuta”...
Poi temo che non si sia fatta molta attenzione al nostro giornalino parrocchiale: forse non ne meritava? Comunque non è affatto vero che quel numero era «quasi interamente dedicato al Referendum...». Se si esclude la copertina, su 16 pagine, solo le due pagine centrali parlavano dei referendum e un articolo a pagina 15 si riferiva indirettamente agli argomenti in questione; affermazione, quindi, destituita di fondamento.
Che poi, dopo tutto il parlare che si è fatto, ci sia ancora chi sostiene che parlare di questi referendum significhi fare politica, mi sembra decisamente incredibile! E altrettanto incredibile appare che si voglia far passare – ancora, dopo tanto parlare – il non voto come rinuncia a un diritto! E si accusa il nostro piccolo e non pretenzioso giornalino (200 copie mensili) di «miopia culturale e sociale incredibile»! E, ancora una volta, si dimostra che quando la Chiesa dice qualcosa che va bene per certi ambienti, le si applaude; quando invece dice qualcosa che agli stessi ambienti non va giù, allora le si nega il diritto di interloquire: viva la democrazia e la coerenza!
Se poi si fosse letto con attenzione il contenuto delle due pagine centrali del giornalino incriminato, ci si sarebbe accorti che il materiali in esse pubblicato proveniva interamente da un opuscolo illustrativo edito dal Comitato “Scienza & Vita”, uno degli enti sostenitori a livello nazionale dell’astensione, per cui «gli estensori degli articoli del giornale» non potevano essere presenti perché “fuori sede”, e neanche «i membri della chiesa» (almeno il sottoscritto), perché non invitati e all’oscuro dell’iniziativa. Se non me ne avesse parlato un amico (un giovane di Montepertuso) non sarei mai venuto neanche a conoscenza del trafiletto di cui sopra.
Per quanto riguarda l’impegno della parrocchia per i giovani, credo di essere in grado di decidere da chi posso prendere lezioni: ciò che facciamo – io e i miei collaboratori – mi sembra che non abbia bisogno dell’approvazione di certi ambienti.
I referendum sono praticamente in atto. Vedremo come va, dopo ci saranno certamente tempo e calma sufficienti per tornare sugli argomenti di fondo: il rispetto della vita e i veri diritti di tutte le parti in causa. Si potrà vedere allora chi sono i veri imbonitori dei giovani, che seminano le loro “tesi preconfezionate”.
Don Raffaele Celentano
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