SAN VITO PROTETTORE DI POSITANO
15/06/2005 - Positano. Pochi lo sanno ma San Vito è il protettore di Positano. La festa principale rimane quella del 15 agosto della Madonna Assunta, ma il santo patrono è, ufficialmente, San Vito che molti avevano dimenticato.
La festa è stata ripristinata da circa quindici anni grazie a Vito Casola e Vito Fiorentino, la stessa banda di Franco di Franco è nata proprio con San Vito, la prima volta si sono esibiti e da allora hanno sempre suonato loro per San Vito. Una straordinaria iniziativa vedere questa banda, che ha superato anche i confini del paese, suonare per il paese, come hanno fatto ieri mattina.
“La banda del compianto e bravissimo Franco di Franco sta portando fortuna al paese – dice Vito Casola -, quello che è bello che rivive il ricordo delle vecchie tradizioni che legano San Vito a Positano, un santo che prima era dimenticato.”
San Vito, che fra l’altro intercede su varie malattie, fra cui il ballo di San Vito e la lebbre, è anche il protettore degli albergatori, veniva prima adobbatto con un misto di mirto e ginestre.
Ieri grande festa in paese con la banda che ha fatto il giro del paese ed è andata in spiaggia per poi fare Musica davanti alla chiesa che è diventata come un teatrino dei positanesi che, a differenza del ferragosto, avrà il pubblico che non verrà sparpagliato perché concentrato davanti alla chiesa.
Anticamente Positano era affidata alla protezione del martire San Vito, del quale si conserva un pregevole busto reliquiario, di scuola napoletana del sec. XVI. È una delle più pregevoli opere della Costiera Amalfitana. Il capo, sbalzato in argento, probabilmente anteriore di un secolo, presenta elementi della scuola dei Laureana: appare eseguito su un modello vivente, come testimoniano le orecchie trattate con individuale naturalezza. La capigliatura presenta larghe ciocche, lisce, con un vivo gioco di piani. Il naso è dritto come il mento, le labbra sono sottili, Singolare è il trattamento della pupilla negli occhi appena incavati. Il busto è più convenzionale, decorato a grandi "ramages" su fondo sabbiato, inteso come vestito di giubba chiusa da graffe, sopra una camicia con il collo pieghettato. Su di una graffa è incisa data del 1599. Sulla graffa grande, divise da un calice ed ostia, si leggono le parole: SANTE VITE PROTECTOR POSITANI. Sul bordo inferiore del busto vi è l’iscrizione: REGE PHILIPPO TERCIO OPUS HOC COSTRUENDUM CURARUNT SUMTIBUS CONFRATERNITATIS MONTIS CORPORIS CHRISTI GUBERNATORES EIUSDEM – HONORATUS PORCIUS A. ET M. D. MARCUS AURELIO DURSO SILVESTRO MIRELLA DOMINICUS REMITA E P. MAX. CLEMENTE OTTAVO (Durante il regno di Filippo Terzo con i mezzi della Congregazione del Corpo di Cristo i governatori della stessa Onorato Porzio [...] Marco Aurelio D’Urso Silvestro Mirella Dominico Romito fecero fabbricare quest’opera durante il pontificato di Clemente VIII).
Come sia nata la tradizione che lo lega a Positano è difficile da ricostruire, potrebbe darsi che sia legato alla fondazione della civitas di Positano, avvenuta grazie agli esuli pestani, tanto è vero che San Vito è protettore di Eboli e Capaccio, si dice sia morto lungo il Sele. Tutttoggi ci sono località come Via Pestella a Montepertuso e lo stesso nome di Positano che lasciano pensare a legami con paestum, anche se sono tesi ancora azzardate.
Mi. Ci.
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