Tramonti: negata anche la piazza al gruppo di minoranza.
25/07/2005 - L’assessore regionale all’ambiente: “e’ un grave gesto di scortesia”.
Sembra di stare a Macondo, la città simbolo di Cent’anni di Solitudine di Gabriel Garcia Marquez, un paese immerso nella foresta amazzonica dove poteva succedere di tutto, anche qualcosa di surreale. Ma siamo a Tramonti, un paese che è inserito, a pieno titolo, visto la straordinaria bellezza delle sue valli, in Costiera Amalfitana e a Tramonti accade anche questo: che al gruppo di minoranza venga negata anche la piazza per poter esprimere liberamente i propri pensieri su progetti e iniziative realizzate “ad un anno di opposizione”. Ma quando a dover intervenire è prevista anche la presenza di un assessore regionale, questo “gesto” diventa anche un segnale di grave “scortesia” istituzionale.
I fatti: il gruppo di minoranza fa regolare richiesta della piazza Polvica per il giorno 22 luglio ore 21. A nemmeno 24 ore dall’evento, il messo comunale consegna ai consiglieri di minoranza un’ordinanza scritta dal sindaco in cui si fa divieto di poter accedere alla piazza per paventati “motivi di sicurezza vista l’enorme affluenza di persone”. E si chiede di spostare il comizio presso la piazza mercato.
“Intanto i manifesti erano stati già realizzati – dichiara Errico Taiani, componente della minoranza - e non c’era materialmente possibilità di poter organizzare la serata in così breve tempo. E poi neanche i vigili urbani erano stati avvisati per far spostare tutte le auto dalla piazza. Era più che chiaro il pretesto da parte del sindaco”.
Ma lo “scontro” non finisce qui. “Per disturbo della quiete pubblica “, il vigile urbano ferma il conducente dell’auto che stava avvisando con microfoni dell’incontro previsto in serata. Una multa di ben 330 euro viene così “inflitta”, per avviso pubblico “fuori orario”. Erano le ore 17.
Il danno all’immagine del paese è tale tanto da far sobbalzare lo stesso assessore regionale all’ambiente Luigi Nocera, che durante la serata, pubblicamente dichiara: “Non mi sarei mai aspettato da parte del primo cittadino di esser trattato in questo modo – afferma indignato l’assessore – in nessuna località d’Italia accade tutto ciò. La minoranza va rispettata e tutto ciò denota una mancanza assoluta di democrazia. Il sindaco non vuole che io venga qui? E allora verrò ancora di più. Anche perché Tramonti con tutti i problemi ambientali che presenta, ha bisogno del mio interesse. Il sindaco Imperato si è dimostrato autoritario e privo di tatto ed educazione. Le istituzioni vanno rispettate”.
Duro anche l’intervento del presidente dell’Arpac Salerno, Giuseppe Manzo: “Vietare una piazza è un grave reato – dichiara Manzo – neanche nei tempi più buoi della nostra democrazia accadeva tutto ciò. Nelle sedi opportune terremo conto di questi atteggiamenti. Il compito di un primo cittadino non è certo quello di essere un despota ”.
Il danno è ormai fatto e con le dovute conseguenze di un’immagine “nefasta” di ospitalità e di mancanza di senso civico di tutta una comunità. Vedere un’episodio del genere sconcerta e porta indietro l’orologio della cultura civica e politica ad almeno sessanta anni addietro, di sicuro prima della Costituzione della Repubblica Italiana. Un divieto simile è sicuramente incostituzionale, motivi di ordine pubblico non vi sono ne potevano esservi, l’ordinanza era immotivata, anche nello stesso dispositivo, che non portava una ratio in questa scelta, l’assurdità, che potrebbe far ridere per il ridicolo, si dimostra, come nel riso di Pirandello, drammatica per la vita democratica e civile che si trova in questa situazione immeritata per la gente e per il paese che vanta tradizioni e capacità sicuramente migliori.
Michele Cinque
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