POSITANO TUTTI IN APPRENSIONE PER DON RAFFAELE SOSPESI I FESTEGGIAMENTI PER LE FESTE PATRONALI
26/07/2005 - Positano. Un paese raccolto in silenzio per il suo parroco che ama, questa è Positano il mese di luglio. Senza clamori, il raccoglimento del paese per il suo parroco, don Raffaele Talamo, ricoverato in ospedale dall’inizio del mese, avviene non con la manifestazione di qualcosa, ma con la sua assenza. Con discrezione e silenzio tutte le feste rionali del paese si stanno effettuando senza festeggiamenti civili. Santa Margherita, San Giacomo e la Madonna del Carmelo, i quartieri di Fornillo, Liparlati e Nocelle sono rimasti senza i classici festeggiamenti musicali e pirotecnici che li caratterizzano ogni estate per il parroco di Positano don RaffaeleTalamo ancora ricoverato in ospedale a Sorrento e sono a rischio anche i fuochi del ferragosto visto che la comunità parrocchiale è tutta legata attorno alla figura del suo parroco che regge le sorti del paese da quasi un cinquantennio. Forse, sperando che don Raffaele si avvii alla guarigione, anche il Ferragosto subirà la stessa sorte. E allora sarà eclatante perché la mondana Positano, che raccoglie i Vip di tutto il mondo e dall’Italia intera accorrono per i famosi fuochi di mezzanotte, potrebbe essere al buio. Per rispetto al suo parrocco. Una scelta che nessuno osa contestare, che non è certa, ma molto probabile. Che lui voglia o meno che vengano sospesi i festeggiamenti questo non è certo, anzi lui è sempre entrato in punta di piedi nella vita sociale e politica del paese, con molta semplicità e modestia. Una bontà unica. Nel modo di fare e negli atteggiamenti, conosceva tutte le sue pecorelle e ci si rivolgeva con bonomia, era lui, addirittura, a volte, a salutare per prima.
Don Raffaele Talamo tutti lo vogliono bene, perché si è fatto voler bene da tutti. Persona semplice, modesta, umile, eppure regge la parrocchia di uno dei paesi turisti più importanti d’Italia.
Quindi aumenta la preoccupazione in paese per il parroco di Positano don Raffaele Talamo che dall’inizio da venerdì 8 luglio è stato colto da un malore ed è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale civile di Sorrento dove si trova in condizioni stabili. Don Raffaele, 72 anni, è prete da 49 anni e da un trentennio parroco di Positano, amato da tutti per la sua bonomia, ha subito di recente un forte dolore per aver perduto la cara sorella Anna, che ha perso una settimana prima del suo malore, che viveva con lui e lo accudiva.
Don Raffaele è riuscito ad arrivare dal dottor Vito Fiorentino fino sotto casa sua e proprio lì ha avuto un malore ed è stato prontamente soccorso, probabile un’edema polmonare, ora è intubato. Don Raffaele ha seguito tutta la storia religiosa e civile di Positano, prima come viceparroco, poi come parroco, con lui si sono formati quasi una ventina fra preti e religiosi di Positano tanto da fare della perla della Costiera uno dei luoghi con la più alta percentuale di vocazioni. Crede molto anche nello sport ed è presidente onorario della locale squadra di calcio San Vito Positano dalla fondazione, anche nelle sue proteste, quando ci sono stati degli scontri politici, don Raffaele non ha mai alzato il tono ed è sempre stato molto pacato e riservato. Ama conoscere e studiare la storia locale, inoltre ha dotato di un organo nuovo la chiesa di Positano ed ha dato molto spazio alla musica col compianto Franco di Franco, dal quale è nato un gruppo concertistico di giovani di Positano che sono riusciti anche ad avere dei successi di rilievo non solo localmente, oltre ad un coro pregevole, inoltre con lui Positano si è dotato di un viceparroco in lingua inglese, l’indiano John Jesusdan, che ora lo sostituisce temporaneamente, ed ha avuto la soddisfazione e la felicità, lo ricordo, alla cerimonia, commosso come un bambino, di vedere un positanese, don Ernesto Mandara, arrivare al vescovado. I medici sono fiduciosi, ma comunque molti si sono raccolti in preghiera per il parroco di Positano che tutti vogliono bene. Mi ha raccontato del Papa a Positano, Giovanni Paolo II, che forse arrivò qui come seminarista, della effige della Madonna lungo la Statale e di tante altre cose. Deve ancora raccontarmi altro di questo paese che amo e che devo ancora conoscere meglio. Lo aspetto.
Michele Cinque
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