PATTI TERRITORIALI ARRIVANO GLI AVVISI DI GARANZIA
10/08/2005 - Furore. Arrivano gli avvisi di garanzia per il Patto Territoriale Costa d’Amalfi, nel mirino del sostituto procuratore che segue l’inchiesta, il pubblico Ministero Michelangelo Russo, noto già per le sue inchieste che coinvolsero persino il cardinale Michele Giordano, Raffaele Ferraioli, ex amministratore delegato e presidente della S.p.A. Costa d’Amalfi, la società che ne gestisce i finanziamenti: durante la sua gestione furono finanziati l’abergo di famiglia, di cui era proprietario col fratello, Bacco e la casa vinicola della cognata Marisa Cuomo. A portare avanti le indagini, su incarico di Russo, il nucleo operativo della Guardia di Finanza presso la Procura di Salerno che ha già effettuato una serie di perquisizioni, mentre in questi giorni dovrebbe essere affidato l’incarico peritale e si parla di altri avvisi di garanzia.
Molte le contestazioni ai finanziamenti dei Patti Territoriali perché i circa cento miliardi di vecchie lire, dovevano portare a creare mille posti di lavoro. Ma è la pratica numero 32 dell’elenco delle aziende finanziate dai Patti Territoriali Costa d’Amalfi, in particolare, sotto l’attenzione di Russo, quella che riguarda la Fer.ga. S.r.l. per un investimento di un miliardo e 155 milioni di vecchie lire. La Fer.ga. non sarebbe altro che la Ferraioli gestione alberghi, costituita il 25 marzo 1985, che è stata ammessa al finanziamento per 892 milioni delle vecchie lire nel Patto Territoriale Cava-Costiera Amalfitana, di cui l’onere per lo Stato a fondo perduto è di 615 milioni delle vecchie lire. Un finanziamento destinato all’albergo della famiglia di Raffaele Ferraioli, all’epoca presidente e amministratore delegato della Sviluppo Costa d’Amalfi nonché sindaco di Furore e presidente della Comunità Montana Penisola Amalfitana. Ora Ferraioli, negli U.S.A. per affari di famiglia, è rimasto a presiedere la Comunità Montana e riveste il ruolo di componente del C.D.A. della Sviluppo Costa d’Amalfi.
L’albergo in questione, l’albergo Bacco di proprietà della famiglia Ferraioli ed annesso ristorante, i considerato fra i migliori della Costiera, il finanziamento è servito per la costruzione di un parcheggio. Il legale rappresentate è Antonio Ferraioli, che ha fatto la richiesta, fratello del sindaco Raffaele, mentre lo stesso Raffaele Ferraioli, all’articolo 6 dell’atto notarile 434 numero di raccolta 2068 di costituzione della Fer.ga, risultava socio al cinquanta per cento. Un altro finanziamento contestato riguarda la cognata di Ferraioli, Marisa Cuomo, con i suoi vini.
Il fatto che Ferraioli fosse negli Stati Uniti ha fatto diffondere la voce infondata di un arresto.
“Nutro grande fiducia nella magistratura – dice l’avvocato Marcello Giani, difensore di Raffaele Ferraioli -, al proposito delle voci di misura cautelare, si tratta di notizie assolutamente infondate. L’inchiesta è nata da un esposto e segue due filoni.”
Un esposto fu già fatto, quasi due anni fa, dal sindaco di Maiori Stefano Della Pietra, dopo varie proteste, che partirono già dall’istituzione del Patto cinque anni fa, condivise da vari amministratori locali da tutta la Costiera Amalfitana con un manifesto, per la mancanza di trasparenza e coinvolgimento nelle procedure. Un esposto che arrivò sul tavolo del P.M. Gabriella Nuzzi che sta conducendo un’altra inchiesta su Raffaele Ferraioli, quella sul Furore Inn, l’albergo di lusso costruio a Furore dove inizialmente erano previsti finanziamenti solo per una struttura ricettivo-sportiva.
Michele Cinque
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