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Trentatré dipendenti della Comunità montana a rischio.
06/10/2005 - Trentatré dipendenti della Comunità montana, assunti con contratto a termine, rischiano di restare senza occupazione. Perché il loro contratto scade proprio oggi e, qualora non subentri una proroga, non potranno più continuare a lavorare. Perciò hanno deciso di rimanere in assemblea permanente nella sala del consiglio dell’Ente montano, fin quando non sarà stata fatta chiarezza sul loro futuro anche se ieri c’è stato un’incontro con i responsabili per un accordo per poterli destinare anche ad altre Comunità Montane. Un vero peccato visto che questi operai sono stati molti utili per la manutenzione dei sentieri e della pulizia del bosco, ed è un po’ un paradosso visto che si parla tanto di mantenere le montagna poi non continuare questi rapporti.I lavoratori sono quelli che rientrano nel Piano triennale di tutela dell’ambientale, un progetto finanziato dal competente Ministero. I quali, dopo un percorso formativo di cinque mesi e di seicentosettantaquattro ore, hanno iniziato a prestare la loro opera come idraulici forestali. Ma, ora, in virtù della scadenza contrattuale, dovrebbero ritornare a casa, in quanto nessuno ha saputo chiarire la loro situazione. “Sapevamo sin dall’inizio che in nostro lavoro sarebbe terminato oggi – rimarca l’agronomo Vincenzo Esposito, uno dei responsabili del progetto – ma abbiamo sperato fino all’ultimo minuto in una proroga. Del resto noi operiamo nel settore dell’ambiente che è stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Bassolino. E, poi, si parla tanto di occupazione e, invece, si mandano a casa tanti padri di famiglia”. Il maggior malcontento da parte dei manifestanti è proprio quello che nessuno è riuscito, nei vari incontri, a dare assicurazioni o a garantire il domani. Perché sia la Regione che la Comunità montana avevano dato la massima disponibilità e si erano detti concordi a valutare l’opportunità di prolungare il contratto. Però, a conti fatti, nessuno si è assunto direttamente la responsabilità. “Abbiamo avuto dei colloqui con i responsabili dell’Ente montano – sottolinea Esposito – che ci avevano assicurato che il nostro progetto sarebbe stato procrastinato e, soprattutto, avevano anche garantito l’esistenza dei fondi. Improvvisamente, però, i soldi sono spariti e ci è stato detto che non c’è più copertura finanziaria.
Michele Cinque
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